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Home » Ultime » Mercati esteri » Bitcoin, rifugio o fregatura?(Milano Finanza) Stampa Invia Bitcoin, rifugio o fregatura?(Milano Finanza) Mauro Introzzi Le news sul tuo Smartphone A pagina 22 dell’edizione in edicola lo scorso sabato Milano Finanza mette sotto la lente il Bitcoin, la criptovaluta più celebre, chiedendosi se si tratti di un bene rifugio oppure possa riservare delle delusioni per i suoi investitori.Il Bitcoin è cresciuto nell’ultimo anno del 400%, regalando grandissime soddisfazioni ai suoi investitori.Ma ora si addensano dubbi sulla sua tenuta.I detrattori del Bitcoin citano spesso l’aspetto legato alla sicurezza e l’ampio uso che la criminalità fa della valuta per via della sua capacità di rendere anonime alcune transazioni.Ma per molti osservatori il futuro è invece radioso.Milano Finanza cita l’opinione di Yves Lamoureux, proprietario di una società di consulenza sul tema dei Bitcoin che ha prefigurato un balzo da capogiro della valuta, secondo il quale siamo nella fase iniziale di una tendenza di lungo termine paragonabile alla nascita dell’era delle dot-com o allo straordinario sviluppo dello smartphone.
LEGGI ANCHE: Tre motivi per avere paura dei Bitcoin Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio.Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.Tutti gli articoli su: bitcoin da SoldieLavoro REI (Reddito di inclusione sociale): cos’è e a chi spetta Il REI è il nuovo sussidio introdotto a inizio marzo dal governo Gentiloni.Vediamo a chi spetta, requisiti e importo del reddito di inclusione sociale.Continua » Come compilare il modulo di maternità INPS Il congedo matrimoniale dal lavoro Congedo paternità, quanti giorni hanno a disposizione i neo papà?da ABCRisparmio Come integrare la pensione anche cominciando tardi Sarebbe meglio cominciare presto, ma per chi va in pensione adesso i cambiamenti del sistema pensionistico avvenuti negli ultimi decenni non erano prevedibili quando era, appunto, presto Continua » 730 precompilato 2017: istruzioni per l'uso 730 congiunto precompilato Come chiudere un conto Paypal
News Smart Money Ischool The Food Makers The Next Tech OpenInnovation CyberSecurity Storie Storia (triste) di 2 startupper che stavano sfondando coi bitcoin.bitcoin difficulty chart over timePoi li hanno arrestati Avevano successo e un grande futuro.bitcoin difficulty chart historyHanno rubato i dati di 80 milioni di clienti di JP Morgan, usandoli per vendere azioni truffa e riciclando soldi sulla loro piattaforma di scambio bitcoin Truffa ad azionisti, mazzette, riciclaggio di denaro e il maggiore furto della storia di dati bancari, appartenenti a 83 milioni di clienti di JP Morgan.bitcoin club network scamTante sono le accuse in una vicenda che ruota intorno a due trentenni americani, Anthony Murgio e Joshua Aaron, amici che sul web hanno fatto milioni con una miriade di imprese tra cui una piattaforma di exchange, Coin.mx, al centro dello scandalo.ukash to bitcoin legit
Un piano criminale milionario I fatti: diverse sono le accuse principali che hanno messo i due ragazzi sul banco degli imputati, il processo è iniziato lunedì scorso.kanye west bitcoinTutto parte nel 2013 quando Murgio crea la piattaforma di exchange Coin.mx che in meno di un anno scambia milioni di dollari di criptomoneta.ethereum 900Peccato che gran parte di questi soldi (1,8 milioni di dollari, per l’esattezza), stando all’accusa, provengano da attività illecite, riciclaggio di denaro di un gruppo di hacker, gli stessi responsabili del furto dei dati di 83 milioni di consumatori di JP Morgan.smiling dave bitcoinPare che per evitare controlli o occhi indiscreti Murgio abbia offerto mazzette di 150mila dollari a un’authority che si era insospettita.bitcoin insanity
L’hackeraggio dei dati, che ha avuto come vittime non solo JP Morgan, ma una dozzina di aziende, sarebbe stato orchestrato da Aaron, insieme a due israeliani, Gery Shalon, che gestiva la piattaforma, e Ziv Orenstein, e all’appoggio di un numero non precisato di hacker russi, come riporta Reuters.bitcoin build osxI dati violati, soprattutto le email, sarebbero stati usati da Aaron per vendere azioni truffa con le quali ha messo in tasca 2,8 milioni di dollari (fonte Bloomberg).Sembravano bravi ragazzi Come racconta Bloomberg, Anthony e Joshua hanno l’aspetto da bravi ragazzi con il loro background fatto di scuole prestigiose e di party per ricchi in Florida, a West Palm Beach.I due iniziano a fare affari sul web da giovanissimi quando si incontrano in una delle confraternite della Florida State University.Insieme a una dozzina di confratelli scrivono Google ads e sono così bravi a farlo che guadagnano migliaia di dollari al mese in commissioni.
Poi qualcosa deve essere andato storto.La voglia di scalare il successo, i primi soldi facili, li conducono a imboccare sentieri pericolosi e ad avere i primi problemi con la legge.Il primo a finire nei guai è Murgio che mette su tutta una serie di aziende su Internet per vendere qualsiasi cosa, dai purificatori d’aria, a prodotti di sicurezza per la casa, fino a investire offline in ristoranti e nightclub.Forse troppo: finisce in bancarotta con 545mila dollari di debiti e poi arrestato nel 2013 per una frode al fisco di circa 110mila dollari.Aaron invece si lancia nel marketing e sceglie come partner un tizio poco raccomandabile, un ex broker bannato a vita dal Financial Industry Authority Regulation, per aver violato tutta una serie di regole, tra cui la vendita di azioni di società hitech senza nessun valore.Nel frattempo, si trasferisce in Israele dove conosce gli altri due membri della presunta gang.Al suo matrimonio c’è anche l’amico fidato Joshua ed è lì che decidono di mettere su una piattaforma di scambi per bitcoin.
Aaron compie più di un viaggio in Russia con sua moglie.In uno di questi viene raggiunto da Murgio.E secondo le indagini è in quella occasione che i due prendono contatti con gli hacker russi, responsabili dell’hackeraggio di JP Morgan e un’altra dozzina di aziende.«I bitcoin (non) sono soldi» Al primo grado di giudizio Murgio che è riconosciuto colpevole “solo” del riciclaggio e delle mazzette, ha rispedito al mittente le accuse.In sostanza, l’imprenditore sostiene che i bitcoin non possono essere considerati dei veri e propri fondi, dei soldi veri, perché non sono regolamentati dalle leggi federali.Peccato per lui che il giudice, Alison Nathan di Manhattan, abbia risposto picche: «I bitcoin possono essere usati per pagare beni e servizi direttamente su una piattaforma di scambio con un account bancario.Pertanto, svolgono la funzione di risorsa pecuniaria in quanto usati come mezzo per scambi e pagamenti», ha spiegato il giudice.Al povero Murgio non è toccata la stessa sorte di Michell Espinoza, il designer di siti web accusato di riciclaggio, scagionato da un giudice di Miami che ha ritenuto che i bitcoin non potessero essere equiparati a una valuta: «La Corte non è esperta in materia economica, ma è chiaro, anche a qualcuno che ha una conoscenza limitata nell’ambito, che i bitcoin devono fare anche tanta strada per essere equiparati a una valuta», questa la motivazione del giudice che tanto ha fatto discutere la community dei fedelissimi della criptomoneta.