vendere bitcoin italia

Condividi 06 aprile 2017 - L’Italia è il primo Paese al mondo in cui una società immobiliare permette di comprare una casa in bitcoin, la criptovaluta tanto amata per i guadagni e le transazioni facili quanto discussa per utilizzi a volte illeciti.Una risoluzione dell’Agenzia delle Entrate del settembre scorso ha reso possibile questo nuovo utilizzo, con il riconoscimento dei bitcoin come valuta straniera utilizzabile anche in un atto notarile.L’annuncio è stato dato da una società del settore immobiliare, il Gruppo Barletta, che permetterà di pagare con la moneta virtuale i 123 appartamenti di un edificio riqualificato nel quartiere San Lorenzo a Roma.Per incentivarne l’uso la società, che scommette su un portfolio in bitcoin, si è offerta di accollarsi le spese d’agenzia e notarili, consentendo un risparmio tra i 15 e i 45mila euro, in base al taglio degli immobili, all’acquirente che sceglierà il nuovo metodo di pagamento.“Siamo la prima società immobiliare al mondo che vende in bitcoin e abbiamo deciso di farlo per tre ragioni: crediamo nei bitcoin; possiamo perché l’Agenzia delle Entrate italiana è una delle poche in Europa a riconoscere la criptovaluta; ci sono centinaia di giovani possessori di bitcoin, milionari, che potrebbero decidere di investirne una piccola parte in una casa”, ha spiegato Paolo Barletta, giovane Ceo del gruppo.

Ma l’offerta si rivolge anche a chi non ha un tesoretto in criptomoneta e decide di dotarsene temporaneamente per risparmiare sull’acquisto dell’appartamento.Leggi anche: Bitcoin ora vale più dell’oro In Svizzera il primo comune al mondo in cui si pagano le tasse in Bitcoin Bitcoin, la moneta elettronica che sfida le banche e le carte di credito Blockchain, la rete che sfida le banche.Così funziona il “libro contabile” dei bitcoin CondividiFor a better experience on Facebook, update your browser.Nata nel 2008 con l’intento di rivoluzionare i mercati finanziari, escludendo autorità centrali e banche, la valuta virtuale peer to peer ha avuto una crescita controversa, dovuta anche ad un utilizzo non proprio semplice e al fatto che con i Bitcoin si pagano le transazioni anche nel famigerato deep web.Qualche negozio accetta pagamenti in criptovaluta, ma sono ancora molto pochi.Eppure le cose potrebbero cambiare, soprattutto grazie a iniziative come quella del Gruppo Barletta, la prima società immobiliare al mondo che permetterà di pagare con Bitcoin i 123 appartamenti di un edificio riqualificato nel quartiere San Lorenzo a Roma.

«Siamo la prima società immobiliare al mondo che vende in bitcoin e abbiamo deciso di farlo per tre ragioni – ha dichiarato Paolo Barletta, giovane Ceo del gruppo.
bitcoin atlantis«Crediamo nei bitcoin perché l’Agenzia delle Entrate italiana ha di fatto riconosciuto i bitcoin come una valuta straniera, rendendo quindi possibile usarla in un atto notarile; e poi perché ci sono centinaia di giovani possessori di bitcoin, milionari, che potrebbero decidere di investirne una piccola parte in una casa», ha spiegato Barletta.
litecoin one year chartL’offerta si rivolge a chi, naturalmente, ha un tesoretto in criptomoneta, ma anche a chi decide di dotarsene temporaneamente per risparmiare sull’acquisto dell’appartamento.
bitcoin price drop october

Per incentivarne l’uso, infatti, il Gruppo Barletta si è offerto di accollarsi le spese d’agenzia e notarili all’acquirente che sceglierà il metodo di pagamento in Bitcoin facendo risparmiare tra i 15 e i 45mila euro.
litecoin pool share«La nostra priorità è quella di garantire il rispetto della legge, compresa la rigorosa normativa sulla tracciabilità dei pagamenti», assicura il giovane ceo Barletta.
exchange litecoin for gbpPer l’acquisto di appartamenti la società si appoggerà a Coinbase, una piattaforma su cui comprare e vendere facilmente bitcoin, che consente di collegare la valuta al soggetto che la possiede anche temporaneamente.
bitcoin mining hardware nvidiaDopo i chiarimenti ai fini IVA forniti di recente dai giudici europei sul tema, con la Risoluzione 72 dello scorso 2 settembre, per la prima volta l’Agenzia delle Entrate ha toccato il tema degli aspetti fiscali (imposte dirette e IVA) dei bitcoin.
bitcoin miner hardware amazon

Oggetto di analisi è, in particolare, il trattamento fiscale delle transazioni di cambio valuta tra moneta virtuale e moneta nazionale avente valore legale.
comprar hardware bitcoinLa Risoluzione in esame nasce da un’istanza di interpello presentata da una società che intende svolgere l’attività di cambio valute tra ed euro.
7th bitcoin minerIl documento ha il pregio di rappresentare il primo tentativo da parte dell’Agenzia delle Entrate di dare un inquadramento nel sistema fiscale italiano alle monete virtuali: a. il è un mezzo di pagamento alternativo alle monete aventi corso legale, operante esclusivamente per accettazione volontaria degli operatori, ovvero sul vincolo di fiducia tra soggetti che operano , senza alcuna regolamentazione specifica né Autorità centrale; b. il è, in particolare, una criptovaluta, in quanto ha natura digitale e si fonda su un sistema di crittografia algoritmica.

Quanto al regime fiscale, la Risoluzione riprende le conclusioni rese dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea nella sentenza , causa C-264/14, del 22 ottobre 2015.Il caso oggetto della pronuncia europea riguardava un cittadino svedese che svolgeva l’attività professionale di cambio valuta tra e corone svedesi.La Risoluzione sposa il contenuto della sentenza della Corte europea, confermando che le transazioni aventi a oggetto monete virtuali sono esenti da IVA.In dettaglio: ele transazioni aventi a oggetto divise, banconote e monete aventi valore legale beneficiano dall’esenzione dall’IVA Come da noi segnalato nel nostro precedente intervento, la notizia (in sé positiva) dell’esenzione dall’IVA delle transazioni di scambio di in moneta legale si porta dietro l’ineludibile conseguenza della indetraibilità dell’IVA sostenuta sugli acquisti.Per le società che svolgono tale attività di scambio valute, quindi, se è vero che non addebiteranno ai clienti l’importo dell’IVA, le stesse non potranno dedurre l’IVA sostenuta sull’acquisto di beni e servizi strumentali all’attività d’impresa.

Si pensi a canoni pagati per la concessioni in licenza di (ad esempio, software per l’accesso alle piattaforme di pagamento ), al costo di acquisto di componenti o ai canoni di locazione degli uffici ed alle spese generali.Ma come detto la Risoluzione non si limita a confermare il trattamento IVA già dettagliato dai giudici comunitari: il citato documento di prassi fornisce chiarimenti anche in merito al trattamento fiscale ai fini delle imposte dirette delle transazioni di cambio valuta .La società istante, infatti, realizza un utile che è dato: ordine alla società di comprare bitcoin ordine di vendere bitcoin Tale margine costituisce ““.Quanto alla valorizzazione dei bitcoin eventualmente detenuti dalla società a fine anno, questi vanno valutati fiscalmente al valore normale, da indentificarsi nella “on linebitcoin”.Un ulteriore chiarimento fornito dall’Amministrazione finanziaria riguarda il tema se il cambio di in euro possa generare una plusvalenza soggetta a imposta sostitutiva del 26% in capo al cliente persona fisica che detiene bitcoin al di fuori dell’attività d’impresa.

Si pensi al caso in cui un individuo abbia acquistato al prezzo x e decida di venderli al prezzo + 1.Il differenziale positivo realizzato con la vendita costituisce una plusvalenza tassabile?La Risoluzione nota come: ““.67, comma 1, lett.917/1986 (Tuir), assoggetta a tassazione le sole operazioni di cessione di valute estere “a termine”, quindi realizzate nel contesto di contratti aventi un’indiscutibile natura speculativa, assente nelle cessioni a pronti.Anche a voler assimilare le operazioni in bitcoin a quelle in valuta estera ai fini della tassazione delle plusvalenze, lo scambio di bitcoin in euro non sarebbe tassato in capo al cliente persona fisica.L’indicazione di prassi sembrerebbe, tuttavia, alla luce di precedenti risoluzioni dell’Agenzia (Risoluzioni n.67/E del 2010, 102/E del 2011 e 71/E del 2016), soggetta ad eccezione con riferimento alle operazioni di compravendita di valute sul mercato FOREX.Pur trattandosi di vendite a pronti, l’Agenzia ha chiarito che in tali casi l’intento speculativo non può essere disconosciuto e, pertanto, le eventuali plusvalenze realizzate sulla differenza di cambio sono soggette a tassazione in quanto proventi da contatti derivati (art.

Pur nel silenzio della Risoluzione, si potrebbe quindi dedurre che le operazioni di compravendita di realizzate sul mercato FOREX potrebbero essere suscettibili di generare plusvalenze tassabili in capo alle persone fisiche al di fuori dell’attività d’impresa, sebbene sarebbe auspicabile un chiarimento ufficiale sul punto.In chiusura, la Risoluzione tocca un tema di primaria rilevanza, estendendo la portata della normativa antiriciclaggio alle transazioni in bitcoin.11, comma 2, lett.231/2007, estende infatti gli obblighi di previsti per la categoria degli intermediari finanziari ai “attività di cambiavalute“.Per effetto dell’equiparazione tra e monete legali, l’Amministrazione finanziaria conclude che anche le società che svolgono attività di cambio -Euro dovrebbero soggiacere agli obblighi antiriciclaggio (adeguata verifica della clientela, registrazione delle operazioni rilevanti, segnalazione delle operazioni sospette).È tutt’altro che pacifico che all’Agenzia delle Entrate spetti la competenza in materia d’interpretazione della normativa antiriciclaggio.

Né va dimenticato che le risoluzioni sono documenti di prassi privi di valore vincolante.Ciò detto, l’assimilazione dei bitcoin alle monete aventi corso legale, che appare validamente supportata in ambito fiscale (soprattutto in tema di imposte indirette), sembra possa reggere anche per le diverse e specifiche finalità di prevenzione criminale che sottendono la normativa antiriciclaggio.Alla base, infatti, resta il principio che il non è un bene materiale ma un mero mezzo di pagamento e, in quanto tale, presenta i medesimi rischi di strumento per il perseguimento di condotte criminali presentati dalle valute aventi corso legale.Ad ogni modo, la rilevanza del tema -antiriciclaggio sembra avere già toccato la sensibilità del legislatore europeo.La proposta di Quarta Direttiva Antiriciclaggio presentata dalla Commissione affronta in maniera diretta il problema dell’anonimato, estendendo gli obblighi di e segnalazione ai soggetti che gestiscono piattaforme di scambio di monete virtuali e paventando l’istituzione di dei detentori di .