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Top 5 Blockchain Technology Myths the Mainstream Has Fallen For The legacy banking and financial system think they’re so smart.They actually think they are much smarter than the Bitcoin community, and to prove it they are racing each other to lift Bitcoin’s blockchain technology away from the digital currency for their own usage.It is unknown just how useful blockchain technology will be without a digital currency tied to it, or if these companies can make it into anything other than the slow database that it is.This may be better than the decades-old systems they currently use but have they found lightning in a Bitcoin?Gartner is a global insight IT leader when it comes to analytics and technical expertise.With clients in more than 90 countries around the world and more than 1,100 expert analysts that cover 1,304 IT topics, they have a good understanding of all information technologies.In a new analytic report, according to MIS Asia, Gartner analysts Ray Valdes, David Furlonger, and Fabio Chesini shared several common myths about the Bitcoin blockchain and how they will apply to the world going forward.
Let’s look at five of them, shall we?The blockchain is not a new type of computer or the perfect foundation for “The Internet of Things”, nor is it a “general purpose database.” It is basically a flat file, or a linear list of simple transaction records, the analysts said in the report."This list is ‘append only so entries are never deleted, but instead, the file (currently about 50 gigabytes), grows indefinitely and must be replicated in every node in the peer-to-peer network (thereby introducing scalability and latency issues).” This is pragmatically correct, the analysts said, but it is “theoretically possible for a party to accumulate enough hashpower to rewrite the record all the way back to the Genesis block (the first block of a blockchain).” "Such an action would work against the incentives of the usual participants in the Bitcoin ecosystem because it would destroy all user confidence in the blockchain technology and the commercial economy it supports,” the report reads.
In other words, let's say you are starting a new blockchain, and this blockchain is not 7 years old.Let’s say that your new blockchain does not have more CPU hashpower than any other computer system on Earth, therefore it would be fairly easy to overpower it with a “51% attack”.If you are a major bank trying to build a private financial network, how long will it be before a small group of hackers, that can’t hack though Bitcoin’s blockchain, take your much smaller and weaker blockchain for all its worth?bitcoin miner android apkPeople who are within the Bitcoin community see very clearly there are scalability issues with Bitcoin’s blockchain, but those outside may not take these issues very seriously, or believe these are easily overcome.bitcoin codigo fuenteIn the real world, this may not be the case, say the analysts, and it may be even more limited than publicly perceived.ethereum value in euro
"This number is due to the constraint of a maximum block size of one megabyte, combined with around a 10-minute confirmation delay per block which, depending on the average transaction size, results in a maximum capacity of seven transactions per second (tps),” the analysts said in the report.“Actually, due to the increasing size of transaction records, this number has been decreasing and is now estimated at less than three tps, a small number compared to the peak capacity of, say, the Visa network at 47,000 tps or Nasdaq’s potential of 1 million tps,” the analysts said.bitcoin transaction tickerThis is the big one, especially when it comes to banks and financial institutions who don’t want to give leverage to a decentralized currency like Bitcoin.ethereum chrome appIn its present form, bitcoin is a key part of the blockchain, the analysts said.ethereal deutsch download
"The blockchain is simply a list of bitcoin-dominated transactions.Also, the design of the consensus mechanism relies on the currency providing the incentive for miners to confirm transactions.Therefore (as some members of the bitcoin community have said), anyone who states that the currency is not important and can be ignored in favor of the blockchain, does not understand the technology and how it works,” the analysts said.buy litecoin mining rig“In the bitcoin technology stack, participants in transactions are pseudonymous,” the analysts said.litecoin week chart“Regarding transaction speed there is, by design, a minimum 10-minute latency in confirming transactions, and pragmatically, one could wait for an hour for confirmation.bitcoin nedir nasıl kullanılır
Transactions on the blockchain are probabilistic rather than absolute, in that it is theoretically possible for an attacker to build an alternative chain (a data fork) that would allow double spending.Unless the attacker has a majority of hashing power, this will not succeed.”E’ trascorso quasi un mese dall’annuncio di Stefano Quintarelli, parlamentare e tra i pionieri della internet economy italiana, di una proposta di legge per vietare le criptovalute anonime.Non stiamo parlando (per ora) dei bitcoin, che (probabilmente ancora per poco) sono una criptomoneta ad anonimato parziale, o meglio, pseudonima, ma di un vasto mondo di monete digitali crittografate che derivano da simili tecnologie e protocolli, e che garantiscono anonimato completo su mittente, destinatario e ammontare delle transazioni.La proposta di Quintarelli ha aperto una discussione dai toni anche accesi all’interno della comunità italiana bitcoin.Qualcuno, come il founder e Ceo di Blockchain Lab Giacomo Zucco, ha anche proposto l’espulsione del deputato da Assob.it, l’associazione che riunisce i principali operatori del settore in Italia.
Ora che del tempo è passato e (speriamo) gli animi si siano un po’ rasserenati, proviamo ad avviare qui su SmartMoney un think tank pubblico e aperto ai pareri e ai ragionamenti di addetti ai lavori e singoli esperti sui temi della crittografia, dell’antiriciclaggio e di quelle che sono le reali potenzialità e vulnerabilità di monete digitali e criptovalute.Il primo di questi è Andrea Danielli, filosofo delle scienze, contributor di CheFuturo!, da qualche anno impiegato presso la Banca d’Italia dove si occupa, tra l’altro, di antiriciclaggio.Naturalmente qui Danielli esprime solo le proprie opinioni personali, senza impegnare in alcun modo l’Istituzione per cui lavora.Domanda secca: con chi stai, Quintarelli o comunità bitcoin?«Perché la sua richiesta di discutere del tema dell’anonimato delle valute è sensata alla luce dell’attuale normativa antiriciclaggio.Il decreto legislativo 231 del 2007, in recepimento della Direttiva europea 2005/60/CE, prevede diversi obblighi in capo agli intermediari: 1) conoscere, profilare, monitorare i propri clienti, 2) costituire presidi organizzativi per l’antiriciclaggio, 3) segnalare tutte le operazioni sopra i 15 mila euro (ed eventuali frazionate) all’Archivio Unico Informatico, 4) effettuare segnalazioni aggregate e Sos, segnalazioni di operazione sospetta, all’Unità di Informazione Finanziaria costituita per lo scopo presso la Banca d’Italia.
Il primo punto è centrale per la lotta al riciclaggio: le movimentazioni devono essere coerenti con l’attività del cliente; se non lo sono, è possibile trovarsi di fronte a delle operazioni sospette.Ne deriva che: primo, occorre conoscere il cliente, secondo, occorre identificare compiutamente le movimentazioni che effettua».Il governo ha alzato il limite del contante a 3 mila euro, non è anche questa una moneta anonima?Ma occorrono alcune precisazioni.Quel decreto legislativo prevede una soglia di 15 mila euro per l’archivio unico informatico ma, al tempo stesso, esplicita che una segnalazione di operazione sospetta non ha un importo prestabilito: ci possono essere aspetti soggettivi, ad esempio un cliente reticente nel dare spiegazioni, e oggettivi, che spingono a effettuare una segnalazione anche per 5 mila euro.Esistono indicazioni Abi in merito all’uso del contante e, in particolare, sui tagli; frequenti operazioni di versamento sotto soglia, ma in banconote da 500 euro, sono monitorate e possono essere identificate come operazioni sospette.
Fortunatamente la banconota da 500 non verrà più prodotta a partire dal 2018 – ma manterrà valore legale.In conclusione, l’anonimato del contante è per ovvie ragioni noto ed esistono soluzioni tecniche per cercare di arginarne l’uso a fini di riciclaggio.Tutto ciò premesso, sono favorevole al ritorno al vecchio limite di mille euro e a politiche di incentivi per diffondere carte di pagamento, dispositivi basati su nfc ecc».C’è un limite per le criptovalute, secondo te?A livello di diffusione c’è lo stesso limite che riguarda i pagamenti elettronici: la scarsa fiducia.Anche la forte volatilità al momento non aiuta, e rende le criptovalute ancora uno strumento per smanettoni… o per vittime di estorsione.Non c’è corso legale, non ci sono legami con l’economia reale, il bitcoin è un interessante esperimento che merita ancora molte analisi prima di diventare strumento di utilizzo comune».Però se in futuro bitcoin dovesse diventare completamente anonimo secondo la proposta di Quintarelli dovrebbe essere vietato… Sono pienamente d’accordo.
I divieti e i vincoli favoriscono l’innovazione più di quanto si pensi.Il “liberi tutti” funziona molto bene con i pigri.Se vediamo a paesi innovativi come la Germania, Taiwan o il Giappone ci accorgiamo che non sono lande anarchiche.L’economista Ha-Joon Chang ricorda che la Corea del Sud è cresciuta del 6% annuo negli ultimi 30 anni anche se è necessario chiedere 299 permessi da 199 agenzie diverse per aprire una fabbrica.Certamente mi dispiacerebbe, sarebbe una sconfitta per tutti, e infatti provo a proporre degli accorgimenti tecnici sotto».Cosa pensi della crittografia?È possibile vietare per legge gli algoritmi?«Naturalmente per legge non si vietano gli algoritmi.Ma lo Stato ha ancora il potere di vietare l’utilizzo delle criptovalute agli operatori finanziari che vigila, a tutto il retail che vende in Italia, rendendo quasi inutile il ricorso alle medesime.Spetta infatti allo Stato il potere di emettere moneta, e il suo valore deriva unicamente dal corso legale, dato che una banconota da 500 euro è altrimenti un pezzo di carta.
Il bitcoin non è equiparabile a valuta elettronica, come definita dalla Payement Service Directive, poiché non è emesso da nessun istituto sottoposto a vigilanza.La Bce riconosce però nel bitcoin una valuta, non un bene materiale, per analogia con la valuta virtuale, ed è pertanto necessario normarla evitando ambiguità».Leggi anche: L’Ue vuole tracciare i pagamenti in bitcoin Quindi, cosa fare?«Non conosco così bene le criptovalute da sapere se la proposta che presento è tecnicamente realizzabile, ma con qualche pur scarsa nozione di crittografia non mi pare impossibile.Farò un paragone; chi va negli Stati Uniti può chiudere con un lucchetto il proprio bagaglio solo se il lucchetto può essere aperto da una chiave passepartout in dotazione della Transportation Security Administration.Allo stesso modo, sarebbe utile che le transazioni e le identità di chi le effettua fossero visibili unicamente all’Unità di Informazione Finanziaria ed equivalenti straniere.E la chiave deve cambiare costantemente, per evitare la figuraccia della TSA.
Per quanto riguarda l’altro aspetto centrale dell’antiriciclaggio, la conoscenza del cliente, propongo che la verifica dell’identità, magari con firma digitale, sia richiesta unicamente a chi ha bisogno di movimentare valori sopra una certa soglia, a partire ad esempio da 3-5 mila euro di movimentazione mensile per singolo rapporto di cui è titolare.In tal modo possiamo tutelare l’anarchico che vuole vivere e comprare nell’anonimato stando comodamente seduto a casa, perché sappiamo che i piccoli importi non sono funzionali al riciclaggio, così come ci disinteressiamo di movimenti di contante poco rilevanti».Chiaro, ma è un po’ riduttivo ricondurla a una questione di anarchici contro Istituzioni… «Non propongo niente di strano: in caso di società fiduciaria, le autorità di vigilanza possono controllare il nome del fiduciante, che è contenuto in una busta chiusa e non è visibile a chi effettua le operazioni per suo conto.Ed è in linea con quanto sostenuto dalle autorità inglese e australiana, per le quali il rifiuto a fornire le chiavi crittografiche può essere sanzionato».
Che cosa pensi delle reazioni della community bitcoin?«Molte reazioni che ho letto nell’articolo succitato sono perfettamente umane: stanno lavorando a un’innovazione che ritengono geniale, e il solito legislatore, conservatore, arretrato, vuole mettere loro i bastoni tra le ruote.Legittimo, capisco il lavoro che sta dietro le criptovalute e stimo molto chi lo sta svolgendo.Mi permetto però di sollevare alcune critiche.Da un punto di vista normativo, la privacy può essere sottoposta alle esigenze di tutela dell’interesse pubblico; è il caso, per esempio, della normativa della Centrale dei Rischi: non è richiesto ottenere l’assenso del cliente all’iscrizione nella CR, né nella lettura dell’Archivio da parte delle autorità, dato che lo stesso ricerca l’interesse pubblico della stabilità del sistema bancario e della lotta al sovraindebitamento».E’ solo un problema di leggi?Da un punto di vista socio-politico, non esiste (ancora) una richiesta da parte della maggioranza della popolazione di anonimizzare i pagamenti su internet, forse perché se ne percepiscono anche gli aspetti negativi?
Ho già scritto nei commenti ai pezzi precedenti che l’opportunità tecnica di un diritto non è alla base della sua statuizione: non esiste in Italia un diritto all’eutanasia e la sua conquista passa per anni di confronto e dibattito pubblico.L’innovazione si innesta sempre in qualcosa di preesistente e non ha senso forzare.E poi….» E poi?«Passatemi anche un po’ di fastidio».Addirittura, fastidio… «Vedo del provincialismo: negli Stati Uniti, patria dell’innovazione per tanti startupper, la questione è stata affrontata nel 2013, il bitcoin è stato qualificato come servizio finanziario e, in quanto tale, è sottoposto alle norme nazionali a contrasto del riciclaggio di denaro e ai conseguenti controlli.E poi, vedo un atteggiamento di “turbo-individualismo” molto elitista.Chi lo sostiene pare pensare “ho le capacità per sparire da uno Stato che non mi rappresenta più, e allora le uso e pretendo libertà”.E’ la resa ad agire pubblicamente, rischiosa se attuata da chi ha un crescente potere: la tecno-élite crea enormi differenze di reddito, distrugge posti di lavoro, si è impossessata dei mercati finanziari.